Pregando Iddio perchè doni me speranza,
   per lunga morte che ormai non cerco più.

        Ser felice istante che porti riluttanza,
   afferra la mia mano, non farmi cadere giù.

        Gioia, vita e amore, parole da non dimenticare,
   tristezza, morte e dolore, una catena da spezzare.

        Nel corpo stanco ove or mi trovo,
   sento piccole voci che parlan con me.

        Parole che non approvo,
   echeggianti risa, copron un timore che non c'è.

        Pretese e rimpianti, da sempre son nemici,
   in un contesto nuovo, dove l'amor non risiede.

        Cercando un appiglio in luoghi più felici,
   a valle m'incammino, ove nessun più mi vede.

        E all'ombra di chi da sempre mi contesterà,
   un poco più di pace troverò, gridando libertà.

  

Scritta nell'estate del 1997    
   By Diama             


 



Ho scritto una poesia proprio per questo momento qua,
saran solo parole forse, niente di più, niente di tutto ciò.

Se adesso le state ascoltando vuol dire che son contento,
in compagnia degli unici che possan tirarmi su.

Vi detto queste parole prive di tutto ma non di sentimento,
tutti accanto a me, amici veri o falsi è questo il mio sgomento.

Rinchiuso con chi il male vero lo conosce e con se lo porterà,
m'ha fatto ragionare sulle scelte che ognuno di noi prima o poi se non presto farà.

Fino ad ora tutto ho sbagliato e forse anche adesso che son accanto a voi,
prendo in pugno la situazione e chi non è daccordo.. cazzi suoi!

Mi fumo questa canna che fino ad ora unica e vera amica sempre mi è stata,
la passo di mano a chi se le meritata.

Qualcuno di voi starà pensando.. a quale gioco starà giocando?
Ignaro di quanto si prospererà, in un futuro atteso che forse mai arriverà.

Vi prego quindi amici, ma solo a quelli veri,
divertiamoci da pazzi, si può fare anche senza veleni.

Il mio miglior amico per stessa causa se ne andato,
ignaro di come e quanto, mi abbia lasciato.

E quando anche io, la stessa strada prenderò,
mi appello a tutti voi, per quanto ben vi voglia e vi vorrò.

Smettiam di giocare con le piccole spade,
la battaglia non si vince e prima o poi, uno ad uno si cade.

Proviam a combatter con erba e cartine,
rafforziamo quel fil che ci lega, cosi tanto sottile.

Ascoltate per un attimo quel che vi si dice,
da un giovine speranzoso, ma tanto infelice.

Date retta a chi c'è passato,
che ora piange e si dimena per un passato ormai passato.


Scritta la mattina del 1998,
in un luogo angusto e triste,
una settimana prima di Pasqua.